Il mondo della mobilità punta sempre più alla sostenibilità. Grazie ai nuovi test omologativi Wltp, più chiari e affidabili dei precedenti, consumi ed emissioni sono protagonisti nella scelta di un’auto.

Il primo grande cambiamento si è avuto nel settembre 2017. È infatti quello l’anno d’introduzione della nuova procedura europea che, per la prima volta, fa chiarezza sui dati di omologazione delle auto. Si tratta del Wltp (Worldwide harmonized light vehicles test procedure), un test che misura emissioni e consumi delle vetture in modo più preciso e rigoroso rispetto alle modalità precedenti. Questo test sfrutta infatti rilevamenti effettuati in laboratorio associati a prove su strada, rivelandosi più veritiero e affidabile dal momento che fa riferimento ad un uso reale dell’auto. Dall’1 gennaio 2019 tutti i costruttori sono obbligati a rendere noti al pubblico i nuovi dati emersi dai test Wltp. Per tutto il 2020 saranno riportati sui documenti del veicolo sia i valori di emissioni rilevati dal sistema Wltp sia quelli rilevati dal precedente test di monitoraggio Nedc (introdotto negli anni Ottanta). Dal 2021 invece, i valori di consumo ed emissioni di tutti i veicoli deriveranno solo da rilevazioni Wltp.

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I nuovi test omologativi Wltp misurano consumi ed emissioni in modo preciso e rigoroso © iStockphoto

Test Wltp, come funziona e come condiziona la scelta di un’auto

Privati e aziende, grazie a queste nuove tecniche di misurazione, possono fare una scelta dell’auto più consapevole e trasparente, poiché basata su dati reali di consumi ed emissioni inquinanti. L’introduzione dei nuovi test Wltp ha dunque cambiato il criterio di scelta delle auto, come dimostra la Ricerca “Il Barometro delle flotte aziendali 2018” condotta da Arval Mobility Observatory, uno dei think tank più autorevoli nel settore delle flotte aziendali e della mobilità. Lo studio, condotto in 15 Paesi, mostra come le aziende si aspettino impatti considerevoli a seguito dell’introduzione dei nuovi sistemi di omologazione e come, in parte, li abbiano già riscontrati. Del resto, le case automobilistiche già da tempo sono alla ricerca di soluzioni sempre più sostenibili e innovative (ne sono un esempio l’ibrido, l’ibrido plug-in, l’elettrico e ora anche l’idrogeno), spinte dall’Unione europea che ha fissato un tetto massimo alle emissioni di CO2 dei veicoli e prevede pesanti sanzioni per le case automobilistiche che non lo rispettino.

Cosa viene rilevato dal test Wltp

Ecco i tre inquinanti coinvolti nel processo di combustione dei motori misurati dal nuovo sistema Wltp:

  • CO2: chiamata comunemente anidride carbonica, è un gas incolore e inodore che si forma durante i processi di combustione. Questo gas è una delle principali cause del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici associati. Eccessive emissioni di CO2 infatti vanno a generare una cappa (effetto serra) che non permette la dispersione del calore del sole accumulato nelle ore diurne, partecipando inoltre alla distruzione dell’ozono, uno strato gassoso presente nell’atmosfera che protegge la terra dall’azione nociva dei raggi ultravioletti.
  • Particelle fini (PM10): si tratta di particelle di minuscole dimensioni sospese nell’aria, capaci di infiltrarsi nei condotti polmonari più sottili, raggiungendo anche vasi sanguigni e linfatici. Presente in maggior quantità nelle aree urbane, il PM10 ha una caratteristica struttura che induce il deposito di altre sostanze tossiche all’interno dell’organismo.
  • NOx: è una formula che indica il legame che si può formare tra l’ossido d’azoto e altre sostanze, creando delle miscele. Gli ossidi d’azoto sono generati da un processo di combustione che coinvolge l’azoto e l’ossigeno atmosferici, in presenza di elevata temperatura. Tali complessi sono dannosi per la salute, poiché in grado di irritare gravemente le vie respiratorie.
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La normativa Ue (443/2009) ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di CO2 e NOx entro il 2021 © iStockphoto

Gli inquinanti coinvolti

Gli agenti inquinanti presi maggiormente in considerazione nelle company car policy dalle aziende italiane – rivelano i dati emersi dalla ricerca Arval – sono CO2 e polveri sottili (o particelle sottili), due tra i maggiori responsabili dell’effetto serra e dell’abbassamento della qualità dell’aria. Anche il NOx è un valore che non passa inosservato durante la valutazione di un’auto, sia da parte delle aziende sia dei consumatori.
La direzione è quella di una mobilità sempre più sostenibile: la normativa Ue (443/2009) infatti ha come obiettivo una significativa riduzione delle emissioni di CO2 e NOx (95 g/km per la CO2 e 80 g/km per gli NOx) entro il 2021, per tutte le nuove vetture omologate.

L’Europa è attenta alle emissioni, l’Italia invece può fare di meglio

Dallo studio europeo Arval Barometro 2018 emerge inoltre che sono soprattutto i responsabili delle flotte aziendali del resto d’Europa a porre attenzione ai nuovi test Wltp, dove il 18,2 per cento dei gestori di flotte dichiara di aver riscontrato cambiamenti in seguito alle nuove tecniche di monitoraggio, contro una percentuale del 7,2 in Italia. Ma il cambiamento è ormai in atto e la mobilità sta prendendo una strada sempre più sostenibile e poco impattante, grazie a nuove soluzioni alternative ai tradizionali gasolio e benzina. La possibilità di accedere a dati precisi e trasparenti su emissioni e consumi sta lentamente trasformando i criteri di scelta tra i vari modelli di auto e, dalle interviste ai fleet manager raccolte da Arval, emerge che il test Wltp avrà un impatto sulla politica di gestione delle flotte aziendali.